Hjalmar
Shacht
Magia del danaro
Traduzione
di Giorgio Zampaglione. Le Edizioni del Borghese, Milano 1968, pp.
107-110.
La moneta è nazionalista
La moderna carta moneta, la
banconota, è soggetta alla sovranità dello Stato. Anche John Law, l'inventore della
carta moneta, raccomanda un certo appoggio a terreni e fondi; ma la garanzia
maggiore della carta moneta sta, e lo vede anche Law, nella fiducia nei
confronti del governo il quale, per legge, può disporre di tutte le garanzie.
L'insuccesso seguito alle disposizioni di Law non fu tanto dovuto ad
un'inflazione di cartamoneta, quanto alla degenerazione dell’attività
speculativa sui titoli azionari che si accoppiava alle imprese oltre mare da
lui stesso volute. Il valore della sua carta moneta non era fondato sulla
circolazione delle azioni, ma solamente sul rapporto con lo Stato. Law aveva
ben riconosciuto che il danaro, quando non sia fatto di metallo commerciabile,
è soltanto una questione di Stato. Ciò è vero ancora oggi.
Ecco perché non esiste, e forse non
esisterà mai, una moneta internazionale. Una moneta internazionale, infatti,
dovrebbe avere corso legale in tutti i paesi interessati; cioè, a suo mezzo, in
tali Paesi dovrebbe essere possibile onorare ogni obbligazione sia nei
confronti dello Stato, sia nei confronti dei privati. Un istituto di emissione,
non importa se banca o ente pubblico, che avesse tali poteri, diverrebbe
padrone del mondo. Cosa ovviamente impensabile. La moneta è il fattore della
vita politica nel quale è maggiormente accentuato il carattere di nazionalità.
Ogni banca di emissione dipende dal governo del suo Paese, i decreti del quale
l'hanno chiamata in vita e hanno dotato i suoi biglietti di corso legale
nell'ambito nazionale.
La concessione di crediti senza banca
di emissione è impossibile. La banca di emissione non può agire in contrasto
con il proprio governo. Il governo è padrone della banca di emissione e può
avere larga influenza sulla politica creditizia di quest'ultima. Esso può
dunque, con una forte richiesta di crediti, inflazionare la moneta. A tanto,
nessuna banca di emissione internazionale si assoggetterebbe. Essa non potrebbe
sottomettersi all'abuso di uno dei governi collegati, a meno che questi non
fossero tutti d'accordo. Ma la necessità di un tale accordo non sarebbe, in
definitiva, che il pretesto, nei tempi economicamente difficili, per la lotta di
tutti contro tutti. Nessuno Stato abbandonerebbe la propria sovranità per
permettere ai suoi partners o concorrenti di impartirgli direttive in
politica economica e finanziaria.
Al di sopra del governo e della banca
di emissione, ambedue guidati da persone che continuamente cambiano e si
succedono, c'è una più alta, impersonale ed effettivamente necessaria legge: la
stabilità della moneta. Questa legge sovrana ha dato, nel passato, una
posizione di indipendenza e di autonomia alle banche di emissione. I governi
cambiano e possono fare una politica monetaria ora buona ora cattiva, a seconda
del vantaggio o dello svantaggio che arreca al partito dominante. […]
D'altra parte è politicamente
impensabile, soprattutto in una democrazia, che un istituto di emissione possa
agire in contrasto con la politica governativa. La via d'uscita, quando vi sia
una insormontabile opposizione tra i punti di vista del governo e quelli della
banca di emissione, sta nel portare le ragioni del contrasto davanti al parlamento. L'opinione pubblica deve essere informata di tali importantissime
questioni. Fu un errore madornale
decidere la rivalutazione del marco, nel marzo del 1960, in seno al Consiglio
dei Ministri contro l'opinione della banca di emissione. Se ci fosse stata una
discussione in parlamento sulla prevista rivalutazione (oggi del resto quasi
unanimemente condannata), essa certamente non avrebbe avuto luogo. Lo stesso
sarebbe accaduto se la banca di emissione avesse avuto il coraggio di rendere
noto per tempo il proprio punto di vista. Se l'opinione della banca si
discosta, nelle questioni importanti, dalle intenzioni del governo, essa deve
avere il diritto, e il dovere, di portare le proprie ragioni davanti al
parlamento dando ad esse la massima pubblicità. Tuttavia l'influenza politica
sulla banca di emissione, nel caso della rivalutazione effettuata in Germania,
dimostra con sufficiente chiarezza il carattere spiccatamente nazionale che
ogni moneta possiede.
[FINE]