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Nicholas
Ridley
Saying the
unsayable about the Germans
Dominic Lawson meets Nicholas Ridley and hears an
impassionate denunciation of a country he accuses of trying to take over Europe.
The Spectator, 14
July 1990, pp. 8-10.
Pubblicazione
disponibile qui.
Quello che non si può dire sulla Germania
[
Traduzione di Giorgio D.M. ]
[..]
Mentre pranzavamo insieme, guardavo
attraverso quella che pensavo fosse una finestra dietro le spalle del mio
ospite. In realtà non era una finestra ma un magnifico trompe l’oeil, dipinto
da Ridley nel 1961.
Il giardino - reale - della casa, progettato da Ridley, ingegnere
civile per formazione, è ugualmente sconcertante. Una parte del giardino,
isolata, conduce abilmente in modo imprevisto a un’altra parte, e da nessun punto
è possibile vedere dove la prossima svolta possa portare.
Ma la passione di Nicholas
Ridley per l’illusione è assolutamente solo un passatempo.
Nell’attuale
vita politica non c’è nessuno che dica in modo più brutale la pura e semplice verità.
Neppure la signora Thatcher, il cui punto di vista deve molto a quello di Ridley
, è più contraria al nascondere la realtà dietro una patina di simpatia o di fascino
politico. […]
Pur sapendo tutto questo, sono stato davvero
colpito dalla veemenza delle considerazioni di Ridley sulle questioni relative
all’Europa e in particolare sul ruolo della Germania.
Mi era sembrato di grande attualità
ascoltare le sue riflessioni il giorno prima della visita in Inghilterra del
presidente della Bundesbank Klaus-Otto Pöhl, che avrebbe predicato le gioie di
una politica monetaria unica per l’Europa.
“E’ un attività criminale dei
tedeschi, che mirano ad impossessarsi dell’intera Europa. Deve essere
contrastata. Questa affrettata conquista da parte dei tedeschi, alle peggiori
condizioni possibili, con la Francia che scodinzola come un cagnolino alla
Germania, è assolutamente intollerabile.”
“Scusi, ma in che senso i passi verso
una unione monetaria costituiscono “il tentativo dei tedeschi di impossessarsi
dell’intera Europa”?”
“Il marco tedesco rimarrà sempre la
moneta più forte, a causa delle loro
abitudini.”
“Scusi Mr. Ridley, ma certamente non
è sicuro che la moneta tedesca sarà sempre la più forte…”
“Lo è, a causa dei tedeschi.”
“Ma la Comunità Europea non è
composta solo dai tedeschi.”
Ridley sposta il suo fuoco – come al
solito sta fumando moltissimo – contro la Comunità Europea nel suo complesso.
“Quando guardo alle istituzioni alle
quali si propone di cedere la sovranità, sono esterrefatto.
Diciassette persone che non sono
state elette – incluso te, Sir Leon Brittan - e che respingono i politici
eletti, senza dover rispondere a nessuno, che non sono responsabili per l’imposizione
fiscale, che semplicemente spendono il denaro, che sono appoggiati da un
parlamento supino che pure non è responsabile per l’imposizione fiscale, che
già si comportano con un’arroganza che trovo sconvolgente – l’idea che uno
possa dire “va bene, daremo a questi la nostra sovranità” è per me
inaccettabile.
Non sono contrario in linea di
principio alla cessione della sovranità, ma non a queste persone.
Si potrebbe allora cederla
direttamente a Adolf Hitler, francamente.”
Di nuovo stiamo parlando della
Germania, e io sto facendo ancora l’avvocato del diavolo, se non di Hitler: “Ma
Hitler fu eletto.”
“Bene, fu eletto, almeno lui fu eletto… ma io non ero d’accordo
con lui – ma questa è un’altra questione.”
“Ma sicuramente Kohl è preferibile a
Hitler. Non ci sta per bombardare, dopotutto.”
“Non sono sicuro che non avrei
preferito…” – in un momento di vertigine, mentre Ridley fa una pausa per estrarre
l’ennesima sigaretta, penso che stia per menzionare il nome dell’ultimo Cancelliere
di una Germania unita – “… la possibilità di difenderci e di reagire all’essere
semplicemente conquistati con… l’economia.
Presto Kohl verrà qui e cercherà di
dirci cosa dobbiamo fare con le nostre banche e quali debbono essere le nostre
imposte. Voglio dire che presto tenterà di prendere il controllo di tutto.”
In qualche modo immagino (lo ammetto
perché Ridley accusa sempre i giornalisti di creare confusione) di poter
sentire una voce di donna 1 dire
con un vago accento del Lincolnshire: “Sì Nick, è vero, i tedeschi stanno cercando di impadronirsi di
tutto.”
Posso almeno ricordare, senza
ricorrere all’immaginazione, l’aneddoto di uno dei primi consiglieri del Primo
Ministro, di come egli arrivò a un incontro con la signora Thatcher a bordo di
una automobile tedesca. “Cos’è quella auto straniera?”,
chiese lei, guardandola con ira. “E’ una Volkswagen” rispose lui, servizievole
come sempre. “Non parcheggiare mai più
qualcosa di simile qui.”
Il punto è che la confidenza con la
quale Ridley espone il suo punto di vista sulla minaccia tedesca deve qualcosa
alla consapevolezza che non è molto diverso da quello del Primo Ministro, che
all’inizio si oppose alla riunificazione della Germania, anche se in pubblico è
necessario che non sia così indelicata da proporre paragoni tra Kohl e Hitler.
Un’altra cosa che il Primo Ministro e
Ridley hanno in comune, e che non condividono con molti colleghi del Governo, è
che entrambi hanno più di sessanta anni.
La domanda successiva a Ridley quindi
è: “Il suo punto di vista non è influenzato dal fatto che lei ricorda la
seconda guerra mondiale?” Potrei giurare di aver visto uno spasmo di emozione
sul volto di Ridley. Ad ogni modo egli risponde alla domanda voltando la testa
per guardare fuori dalla finestra.
“E’ davvero irritante. Ogni tanto
qualcuno lo dice. E’ davvero una cosa brutta. Solo due mesi fa sono stato a
Auschwitz, in Polonia. La prossima settimana sarò in Cecoslovacchia. Chieda a
loro cosa ne pensano della seconda guerra mondiale. E’ utile ricordare.” […]
Ma, un attimo, quanto è importante
per noi, oggi, quello che la Germania fece all’Europa dell’est durante la
guerra?
Ridley ricorre a quel genere di
argomenti che deve aver assimilato insieme al fumo inspirato quando era
Ministro degli esteri.
“Noi abbiamo sempre mantenuto l’equilibrio
delle potenze in Europa. E’ sempre stato il ruolo della Gran Bretagna quello di
mantenere queste diverse potenze in equilibrio, e mai questo è stato più necessario
di quanto lo sia ora con la Germania così arrogante.”
“Ma supponga che non otteniamo questo
equilibrio delle potenze: l’economia della Germania governerebbe l’Europa?”
“Non so dell’economia tedesca. E’ il popolo tedesco. Stanno già governando
gran parte della Comunità Europea. Intendo che i tedeschi pagano metà dei paesi
della Comunità. L’Irlanda riceve il 6 per cento del suo prodotto interno lordo
in questo modo. Quando mai l’Irlanda si opporrà ai tedeschi?”
La cosa strana a proposito dell’ostilità
di Ridley per la Bundesbank è che se egli fosse stato Ministro del Tesoro – una
carica alla quale ha ammesso di aver aspirato un tempo ma ora non più – sarebbe
stato pari ai tedeschi nella loro avversione spietata nei confronti dell’inflazione.
Ma, come Ridley evidenzia “non penso che sia importante.
Il punto è che quando si deve
decidere “Applichiamo una stretta più forte all’economia o la lasciamo crescere
un po’?” questa è essenzialmente una questione di responsabilità politica.
Il modo in cui lo propongo di solito è
questo: può immaginarmi andare a Jarrow nel 1930 e
dire “guardate ragazzi, ci sono le elezioni politiche che si avvicinano, io so
che per metà voi siete disoccupati e che
state soffrendo la fame, e che potreste sfamarvi alla trattoria in fondo alla
strada. Ma non possiamo parlare di queste cose, perché sono responsabilità di
Herr Pöhl e della Bundesbank. E’ un suo errore: è lui che controlla queste
cose; se volete protestare, fareste meglio a rivolgervi a Herr Pöhl”?
Ci potrebbe essere più disciplina finanziaria
in una Gran Bretagna governata sotto l’influenza di persone come Herr Pöhl,
concorda Ridley.
Ma, egli aggiunge, guardandomi
improvvisamente attraverso le lenti bifocali dei suoi occhiali, “Ci potrebbe
anche essere una rivoluzione sanguinosa.
Non puoi cambiare in meglio il popolo
inglese dicendogli “Herr Pöhl dice che voi non potete farlo”.
Il popolo direbbe “Tu sai cosa puoi
farci con il tuo sanguinario Herr Pöhl”.
Intendo dire che non si capisce il
popolo inglese se non si capisce questo punto. Il popolo può essere reso ardito,
può essere mobilitato. Ma essere comandato da un tedesco – provocherebbe una rivolta
generale in questo paese, e giustamente, penso.”
[…]
[FINE]
1 Margaret Thatcher
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