Paul Krugman
Conventional Madness
The Conscience of a Liberal, 27 maggio 2010.
Pubblicazione
disponibile qui.
Follia convenzionale
[
Traduzione di Giorgio D.M. ]
Ho avuto la possibilità di leggere
l’ultimo Economic Outlook dell’OCSE [Volume 2010].
E’ un documento terrificante.
Perché?
Non perché offra delle prospettive
spiacevoli, anche se lo fa - sebbene l’OCSE abbia rivisto al rialzo le sue
proiezioni della crescita economica, prevede ancora una disoccupazione
estremamente elevata per i prossimi anni.
No, quello che è terrificante è la
follia assoluta, che ora passa per opinione rispettabile.
Ecco quello che dice l’OCSE sulla politica monetaria degli Stati Uniti:
Negli Stati Uniti, dove alcune misure
delle aspettative di inflazione a lungo termine indicano un aumento e il
mercato del lavoro si è stabilizzato prima del previsto, l’inizio della
normalizzazione [con la quale intendono il rialzo dei tassi di interesse, nota
di Krugman] non deve essere posposto oltre l’ultimo trimestre del 2010.
I tassi di interesse ufficiali dovranno
essere ben al di sopra della metà della distanza che li separa dall’essere neutrali
entro la fine del 2011, ma il percorso della convergenza verso una piena
normalizzazione dovrebbe accelerare se le aspettative di inflazione a lungo
termine dovessero aumentare ulteriormente.
Così l’OCSE vuole che la Fed alzi i
tassi di interesse presto - nei prossimi sei mesi o prima - perché... be’,
possiamo guardare alle previsioni della stessa OCSE.
Secondo le sue previsioni, nel quarto
trimestre del 2011 - tra un anno e mezzo - il tasso di disoccupazione sarà
ancora pari all’8,4 per cento. Invece l’inflazione sarà all’1 per cento - ben al di sotto dell’obiettivo implicito
della Fed del 2 per cento.
La mia opinione è che l’inflazione
sarà più bassa di così - l’inflazione core è già al di sotto dell’1 per cento.
Ma anche ammettendo che sia corretta
la previsione dell’OCSE, quale possibile ragione potrebbe esserci per una
politica monetaria restrittiva ora, quando l’economia avrà ancora un ampio
eccesso di capacità produttiva e l’inflazione sarà troppo bassa alla fine del
prossimo anno?
L’unica spiegazione sembra essere
all’inizio del passaggio citato: alcune persone, afferma il rapporto,
incominciano a pensare che potrebbe esserci inflazione, così, anche se si
sbagliano, secondo le nostre previsioni, vedete, dobbiamo scongiurare questa
minaccia, che non esiste, e rallentare la ripresa economica... che cosa?
Quello che è così terrificante è che
l’OCSE in pratica definisce la saggezza convenzionale; è un posto dove si usano
i paragrafi numerati, dove un comitato deve controfirmare ogni cosa, dove si tengono
sotto stretto controllo le sfumature.
Così quello che ricaviamo da questo rapporto
è che tra le persone assennate l’idea che si debba sabotare la ripresa
economica per calmare quelli che pensano che potrebbe esserci inflazione, anche
se in effetti non c’è questa possibilità, è diventata una opinione comune,
saggezza convenzionale - così convenzionale che è trattata come se fosse
auto-evidente
Questo è davvero, davvero, male.
[FINE]
Paul Hannon
OECD Fears Euro-Zone May Snatch Defeat From Jaws of Victory
Wall Street Journal Blog, 29 aprile 2013.
Pubblicazione
disponibile qui.
La sofferenza produce risultati
[
Traduzione di Giorgio D.M. ]
La zona euro rischia di strappare la
sconfitta dalle fauci della vittoria abbandonando gli sforzi compiuti per
tagliare i deficit di bilancio e risolvere i problemi economici aperti da lungo
tempo, ha ammonito Lunedì il capo economista dell’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
In una intervista con il Wall Street
Journal, Pier Carlo Padoan ha detto che i governi della zona euro sono vicini a
stabilizzare e anche a tagliare i loro debiti in rapporto al PIL.
Ma ha avvertito che i governi che si
trovano ad affrontare la resistenza degli elettori a causa della crescente
disoccupazione potrebbero interrompere il consolidamento fiscale prima di raggiungere
questo “notevole risultato”.
“C’è il rischio che la difficoltà
delle riforme aumenti significativamente, con i governi che si trovano a dover
affrontare una forte resistenza della società, e questo accade nel momento
sbagliato, perché ce l’abbiamo quasi fatta”, ha detto Padoan. “”Il nostro
messaggio è: abbiamo fatto molto in Europa, non sprechiamolo”.
Le dichiarazioni di Padoan giungono
mentre un crescente numero di leader europei sta allentando i programmi di austerità
che hanno dominato la politica in tutta Europa negli ultimi anni,
concentrandosi invece su misure per promuovere la crescita.
Questo cambiamento di politica è
divenuto evidente la scorsa settimana quando il presidente della Commissione
Europea Jose Manuel Barroso ha dichiarato che la politica di austerità non ha
più il sostegno pubblico necessario per funzionare.
Dopo di allora, i governi di
Portogallo e Spagna hanno annunciato nuovi programmi che stabiliscono obiettivi
più a lunga scadenza per la riduzione dei loro disavanzi di bilancio, mentre
sia il Presidente francese Francois Hollande che il nuovo Primo ministro
italiano Enrico Letta hanno separatamente messo in guardia contro il
concentrarsi sull’austerità.
L’economia della zona euro si è andata
contraendo sin dagli ultimi tre mesi del 2011, e molti politici hanno concluso
che i programmi di austerità sono divenuti controproducenti [self-defeating]
perché hanno avuto un impatto sulla crescita economica molto più negativo di
quanto ci si aspettava.
Padoan ha detto che la sempre più
diffusa opinione che l’austerità sia stata inutile non è corretta. “Il
consolidamento fiscale sta producendo risultati, la sofferenza [pain] sta
producendo risultati”, ha detto.
Egli ha aggiunto che i politici della
zona euro devono compiere un lavoro migliore nel comunicare i loro successi a
una popolazione stanca. “C’è un problema di comunicazione”, ha dichiarato. “E’
come se noi dovessimo fare sempre di più le stesse cose senza fermarci mai. Ma
noi stiamo ottenendo dei risultati, e vedremo quei risultati prima di quando ci
si aspetti”.
In particolare, Padoan ha detto che i
debiti pubblici smetteranno di crescere in rapporto al PIL, e in realtà
inizieranno a diminuire nel 2014 e 2015. I numeri dati dall’agenzia statistica
dell’Unione Europea la scorsa settimana mostrano che mentre il disavanzo di
bilancio complessivo dei paesi membri della zona euro è sceso al 3,7% del PIL
nel 2012 dal 4,2% del 2011, i debiti pubblici sono aumentati dall’87,3% al
90,6% del PIL
Come altre istituzioni finanziarie
internazionali, Padoan ha detto che l’OCSE è pronta a tagliare le sue
previsioni di crescita per la zona euro, e ora teme che l’area dell’euro possa
affrontare un lungo periodo di stagnazione. “Questo è un motivo di
preoccupazione”, ha detto”. “C’è il rischio che l’economia della zona euro
possa rimanere ferma nel futuro.”
Padoan ha detto che le prospettive
deboli giustificano un passo del consolidamento fiscale più lento rispetto al
passato. “Abbiamo bisogno di un tono più morbido, proseguendo nella stessa
direzione”, ha detto.
Padoan ritiene che la zona euro abbia
fatto molto di più di quanto comunemente si riconosce per risolvere i suoi
problemi economici fondamentali, incluse le riforme dei suoi mercati del
lavoro. Ma ha detto che perché queste riforme possano dare frutti deve esserci
una ripresa della domanda.
“Perché quelle riforme strutturali
possano dare frutti visibili - più
crescita e [meno] disoccupazione - dobbiamo avere un certo livello
dell’attività economica, una certa domanda”, ha detto. “Un consolidamento
fiscale più morbido e uno sforzo continuato per le riforme avvierebbe un circolo
virtuoso, e questo lo renderebbe più accettabile (per gli elettori).”
Padoan ha ripetuto la richiesta
dell’OCSE per una diminuzione del tasso di interesse di riferimento applicato
dalla Banca Centrale Europea. Il consiglio direttivo della BCE si riunisce
Giovedì e, dopo molti mesi di inazione, ci si aspetta che finalmente agisca”.
[In effetti la BCE decise all’inizio del maggio del 2013 di portare il tasso di
rifinanziamento dallo 0,75% allo 0,5%]
Ma, come molti economisti, Padoan non
crede che una diminuzione del tasso di interesse sarà decisiva nel cambiare le
prospettive di crescita economica della zona euro.
Questo perché il “meccanismo di
trasmissione” che dovrebbe legare i bassi tassi di interesse applicati dalla
Banca Centrale Europea con prestiti meno cari per le imprese e le famiglie non
funziona [is dysfunctional], in particolare in quelle economie nelle quali i
sistemi bancari indeboliti non sono in grado di concedere prestiti.
“Il reale problema è l’aggiustamento
del settore finanziario”, ha detto Padoan.
Padoan ha ammesso che l’aggiustamento
del sistema bancario richiederà tempo, ma ha detto che è precisamente questo il
motivo per il quale i politici e gli elettori devono essere pazienti.
“Questo è il motivo per il quale noi
dobbiamo realizzare che abbiamo bisogno di un periodo di tempo perché le
politiche possano dare frutti”, ha detto.
[FINE]
Paul Krugman
The Beatings Must Continue
The Conscience of a Liberal, 30 aprile 2013.
Pubblicazione
disponibile qui.
Il massacro deve continuare
[
Traduzione di Giorgio D.M. ]
Qualche volta gli economisti che
ricoprono posizioni ufficiali danno cattivi consigli, altre volte danno dei
consigli davvero pessimi, e talvolta lavorano all’OCSE.
Sono trascorsi quasi esattamente tre
anni da quando l’OCSE, la cui sede è a Parigi, diede quello che potrebbe essere
considerato il peggiore consiglio mai dato dalle maggiori organizzazioni internazionali - peggiore di quelli dati
dalla Commissione Europea, peggiore di quelli dati dalla Banca Centrale
Europea.
Non solo l’OCSE si è associata a chi
domandava l’austerità fiscale, ma ha anche chiesto che gli Stati Uniti
iniziassero a far salire rapidamente i tassi di interesse per sconfiggere la
minaccia dell’inflazione - anche se i suoi stessi modelli econometrici non
mostravano affatto una tale minaccia.
Ed eccoci qui, tre anni dopo.
Nessuna inflazione si è sviluppata negli
Stati Uniti (e la Fed sta cercando di trovare il modo di stimolare la domanda
in una condizione nella quale i tassi di interesse sono nulli), l’economia
dell’austerità si è schiantata ed è bruciata, e questi sono gli ultimi numeri
pubblicati da Eurostat:
30.04.2013 Tasso di disoccupazione nella zona euro: 12,1%
30.04.2013 Tasso di inflazione annuale nella zona euro: 1,2%
E cosa dice il capo economista dell’OCSE (sempre la stessa persona [Pier Carlo Padoan])?
La zona euro rischia di strappare la
sconfitta dalle fauci della vittoria abbandonando gli sforzi compiuti per
tagliare i deficit di bilancio e risolvere i problemi economici aperti da lungo
tempo, ha ammonito Lunedì il capo economista dell’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
…
Padoan ha detto che la sempre più
diffusa opinione che l’austerità sia stata inutile non è corretta.
“Il consolidamento fiscale sta
producendo risultati, la sofferenza sta producendo risultati” ha detto.
Egli ha aggiunto che i politici della
zona euro devono compiere un lavoro migliore nel comunicare i loro successi a
una popolazione stanca.
Credo che questa sia l’eurolingua per
dire che “il massacro continuerà finché il morale si risolleverà”.
[FINE]
Paul Krugman
In Front of Their Noses
New York Times, 16
settembre 2013.
Pubblicazione
disponibile qui.
Davanti agli occhi
[
Traduzione di Giorgio D.M. ]
Antonio Fatas, come me, ha scritto sul suo blog a proposito
della apparente incapacità dell’OCSE di anche solo contemplare
la possibilità che i pessimi risultati economici dell’Europa siano il risultato
dell’austerità fiscale.
A un certo livello, ovviamente,
questo è perfettamente comprensibile.
L’OCSE in generale, e in particolare
Pier Carlo Padoan, in qualità di capo economista, sono stati tra i più grandi e
tra i primi sostenitori accaniti [cheerleaders]
dell’austerità; quindi è chiaro perché non vogliano ammettere che di fatto
hanno spinto l’Europa in un disastro.
Tuttavia, è deprimente.
Quello che abbiamo avuto nella zona
euro è così vicino a un esperimento naturale sulla politica fiscale come non ne
vedrete probabilmente altri, e i risultati di questo esperimento danno un
sostegno schiacciante alle tesi di Keynes.
Ci si potrebbe quindi aspettare un
certo riconoscimento di questo, una certa revisione delle opinioni.
Ma non è così che va il mondo.
George Orwell lo sapeva bene:
Il punto è che tutti noi siamo capaci
di credere a cose che sappiamo essere non vere e poi, quando finalmente si
dimostra che siamo in errore, di ribaltare impudentemente i fatti in modo tale
da mostrare che avevamo ragione.
Intellettualmente, è possibile
portare avanti questo processo per un periodo di tempo indefinito: l’unico limite
è che prima o poi una credenza falsa si scontra contro la solida realtà,
usualmente su di un campo di battaglia...
Vedere quello che sta davanti agli
occhi richiede uno sforzo costante.
Non molte delle persone influenti
compiono questo sforzo.
[FINE]
Grazie di aver postato tutto questo,anche se una ventata depressiva mi ha avvolto mentre leggevo.
RispondiEliminaMa quando finirà questo incubo indecente?
Utilissimo, grazie.
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