giovedì 20 febbraio 2014

Socialismo nazionale




Enrico Corradini

Relazione al I Congresso Nazionalista

1910.
Estratto dalla relazione pubblicato in Ottavio Barié, “Le origini dell’Italia contemporanea”, Cappelli, Rocca San Casciano 1966, pp.100-101.   



Socialismo nazionale




Dobbiamo partire dal riconoscimento di questo principio: ci sono nazioni proletarie come ci sono classi proletarie; nazioni, cioè, le cui condizioni di vita sono con svantaggio sottoposte a quelle di altre nazioni, tali quali le classi.
Ciò premesso, il nazionalismo deve anzitutto batter sodo su questa verità: l'Italia è una nazione materialmente e moralmente proletaria.
Ed è proletaria nel periodo avanti la riscossa, cioè nel periodo preorganico, di cecità e di debilità vitale.
Sottoposta alle altre nazioni è debole, non di forze popolari, ma di forze nazionali.
Precisamente come il proletariato prima che il socialismo gli si accostasse.

I muscoli de' lavoratori erano forti come ora, ma che volontà avevano i lavoratori di elevarsi?
Erano ciechi sul loro stato.
Or che cosa accadde quando il socialismo disse al proletariato la prima parola?
Il proletariato si risvegliò, ebbe un primo barlume sul suo stato, intravide la possibilità di mutarlo, concepì il primo proposito di mutarlo.
E il socialismo lo trasse con sé, lo spinse a lottare, formò nella lotta la sua unione, la sua coscienza, la sua forza, le sue stesse armi, il suo nuovo diritto, la sua volontà di vincere, il suo orgoglio di stravincere, l'affrancò, lo portò a dettar la sua legge di classe alle altre classi, alla nazione, alle nazioni.

Ebbene, amici, il nazionalismo deve fare qualcosa di simile per la nazione italiana.
Deve essere... il nostro socialismo nazionale.
Cioè, come il socialismo insegnò al proletariato il valore della lotta di classe, così noi dobbiamo insegnare all'Italia il valore della lotta internazionale.

Ma la lotta internazionale è la guerra?

Ebbene, sia la guerra!
E il nazionalismo susciti in Italia la volontà della guerra vittoriosa.

E’ superfluo avvertire che la nostra guerra non è un precipitarsi alle armi, e che la nostra guerra vittoriosa non è un'ingenuità poetica, o profetica, ma un ordine morale.
Noi insomma proponiamo un «metodo di redenzione nazionale» e con un'espressione estremamente riassuntiva e concentrata la chiamiamo «necessità della guerra».
La guerra è l'atto supremo, ma l'affermare la necessità della guerra comprende il riconoscere la necessità di preparare la guerra e del prepararsi alla guerra, cioè comprende un metodo tecnico e un metodo morale.
Un metodo di disciplina nazionale.
Un metodo per creare la ragione formidabile e ineluttabile della necessità della disciplina nazionale.
Un metodo per creare la necessità inesorabile di ritornare al sentimento del dovere.
Preme al cuore dei nazionalisti che le scuole e le ferrovie facciano il loro dovere.
Un metodo per restituir credito soprattutto alle virtù e all'esercizio delle virtù, che i borghesi e la loro opinione pubblica e il loro buon senso e le classi dirigenti e gli uomini politici, o il parlamentarismo... misero da banda per rispetto alla vita della nazione italiana.
Un metodo finalmente per rinnovare un patto di solidarietà di famiglia tra le classi della nazione italiana.
Un metodo per provare la necessità e l'utile di questo patto.



[FINE]



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