“se ci fosse [nell'Unione Europea] una volontà politica di cooperare, questa
potrebbe tradursi in pratica immediatamente, e senza alcuna modifica istituzionale.
Basterebbe che la Germania coordinasse le proprie politiche economiche con
quelle degli altri paesi membri”
Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, Imprimatur editore, Ariccia 2012, p. 249.
“forse, bisognerebbe ammettere che la scommessa di partire da un'unione
monetaria per arrivare a quella politica, cioè il contrario esatto di quello
che storia, economia e logica suggerivano, è perdente e presenta il suo conto
tremendo.”
Guido Gentili, Per l'Europa il tempo di una svolta è adesso, Il Sole 24
Ore, 3 ottobre 2014.
Carlo Azeglio Ciampi
Intervento del Presidente della Repubblica alla cerimonia celebrativa dell'immissione in circolazione dell'euro
Palazzo del
Quirinale, 26 novembre 2001.
Pubblicazione
disponibile qui.
Il sogno di un banchiere, l’incubo di un popolo
Signor Presidente del Consiglio,
Signor Presidente della Commissione
dell'Unione Europea,
Signor Presidente della Corte
Costituzionale,
Signori Vice Presidenti del Senato e
della Camera dei Deputati,
Signori membri del Governo,
Signori Ambasciatori,
Onorevoli Parlamentari,
Illustri Ospiti,
quando penso alla mia gioventù - agli
anni trenta ed al secondo conflitto mondiale - la cerimonia di oggi mi appare
come la realizzazione di un sogno.
Il risultato raggiunto si deve alla
continuità ed alla coerenza del lavoro di tre generazioni di europeisti.
Dalla prima schiera che operò in
un'Europa ancora in preda ai rancori, tutte hanno nutrito ambizioni elevate,
tutte hanno perseguito e raggiunto con tenacia e determinazione traguardi
impegnativi.
La prossima introduzione dell'euro è
un evento storico non solo per i 12 Paesi aderenti all'euro ma per tutta
l'Unione Europea.
Essa ci dà la sicurezza che non
esiste in Europa obiettivo che non possa essere conseguito.
Al di là del contenuto
tecnico-economico, la moneta unica è il segno distintivo di una comunità che,
dopo secoli, ha fatto scomparire la guerra dai propri orizzonti.
Sono stato testimone, a Bruxelles nel
tardo autunno del 1978, in una notte lunga e tormentata, dell'istituzione del
Sistema Monetario Europeo.
Ho fatto parte sia del gruppo
incaricato di preparare il progetto dell'Unione Monetaria Europea sia di quello
che redasse la bozza dello Statuto della Banca Centrale Europea.
Ci fu di riferimento il modello in
uso negli Stati federali unitari.
Non dimentico quel 2 maggio del 1998
quando, aprendo il Consiglio Europeo di Bruxelles, il Presidente di turno
dell'Unione Europea, Primo Ministro del Regno Unito - uno Stato che pur
condividendo il progetto, non vi aderiva - disse testualmente: "Oggi è una
giornata storica".
Questo stesso Primo Ministro oggi,
coerentemente, prospetta l'adesione della Gran Bretagna all'euro.
Il popolo italiano è consapevole che
l'euro ha accelerato il risanamento della sua economia e crede nel successo
dell'euro.
Apprezza che l'euro è sinonimo di
stabilità monetaria, di bassi tassi d'interesse, di trasparenza dei prezzi di
beni e di servizi, di più ampia facilità di scelta e quindi di maggiore libertà
dei consumatori.
Sa che il Patto di stabilità e di
crescita esprime volontà di rigore nella gestione del pubblico denaro ed è
garanzia di sviluppo, di benessere, di lavoro.
Per la seconda volta, in 140 anni
dall'unità d'Italia, gli italiani devono familiarizzarsi con una valuta nuova:
la prima, dopo l'unità d'Italia, allorché la creazione di una moneta unica, la
lira, sostituì ben sette monete diverse circolanti nella penisola; la seconda,
con l'euro, che assorbe dodici monete nazionali nel continente europeo.
Così come l'introduzione della lira
consolidò l'unità dell'Italia, l'euro rafforzerà e accelererà l'integrazione
dell'Europa.
E' per fortuna impossibile tornare
indietro.
Con l'euro nasce irrevocabilmente
l'Europa come soggetto politico che convivrà con il mantenimento d'essenziali
valori e di caratteristiche nazionali.
E' impossibile immaginare un simbolo
altrettanto forte per testimoniare la rivoluzione copernicana compiutasi negli
ultimi cinquant'anni e uno strumento altrettanto efficace per far avanzare
l'Europa nella libertà e nel progresso.
Per la prima volta nella tormentata
storia del nostro continente, le principali componenti della civiltà europea,
in particolare quella mitteleuropea e quella mediterranea, saranno unite in un
unico intreccio.
La moneta unica è soprattutto frutto
di una volontà di coesione che, insieme alla continuità e coerenza degli
ideali, costituisce la forza trainante dell'Europa.
La coesione è la nostra più grande
ricchezza: deve però manifestarsi attraverso una volontà, una fisionomia, una
struttura anche istituzionale.
Tutti i Capi di Stato extraeuropei
che incontro mi parlano con interesse e con ammirazione, al limite dell'incredulità, della capacità dell'Europa di aver
raggiunto l'unificazione monetaria: sono scomparse le crisi monetarie e
valutarie intereuropee; si è creato un unico mercato di oltre 300 milioni di
consumatori.
Alla vigilia del Consiglio Europeo di
Laeken rivolgo un caldo appello perché il processo costituente che avrà inizio
nelle prossime settimane e porterà nel 2004 ad un nuovo Trattato europeo venga
affrontato con altrettanta lungimiranza e chiarezza d'intenti come è avvenuto
per l'euro.
Guai a fermarsi, guai a limitarsi ad
una valutazione meramente tecnica dell'evento che, fra poche settimane,
irromperà con forza trascinante nella nostra realtà quotidiana.
Un'innovazione così penetrante quale
è la moneta unica renderà incompatibili comportamenti dominati da egoismi
nazionali.
Per questa ragione sono convinto, ho
fiducia che l'Europa compirà il prossimo passo verso una più piena unità
politica.
Grazie.
[FINE]
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