Leonardo Sciascia
Nero su nero
Giulio Einaudi
editore, Torino 1979, p. 213-214, 244, 246.
Uomini e piddini
*
Un piccolo impiegato - personaggio su
cui consapevolmente stinge la profonda e congeniale affezione dell’autore ai
grandi scrittori russi - prende ad un certo punto della sua vita l’abitudine di
acquistare ogni mattina, prima di entrare in ufficio, il giornale.
Il giornale è «l’Unità»: e non si può
dire che il piccolo impiegato l’abbia scelto tra gli altri giornali.
Il comprare «l’Unità» è per lui del
tutto naturale, dal momento in cui decide di prendere quotidianamente un
giornale.
E’ il suo giornale.
Vagamente comunista per dottrina e
comportamento, lo è profondamente per istinto e condizione.
Il capo dell’ufficio in cui lavora, a
vederlo arrivare con «l’Unità» in tasca, muta repentinamente di umore nei suoi
riguardi: dalla confidenza passa alla diffidenza.
Un giorno glielo dice chiaramente,
che non gli piace avere vicino - lui democristiano - un comunista.
L’impiegato rinuncia all’«l’Unità»,
arriva ad iscriversi alla Democrazia Cristiana.
Ma un giorno accade un fatto
paragonabile, nella vita dell’impiegato Marco Trigillo, a un terremoto: un
fatto di cui per ottanta pagine si registrano gli effetti lasciando il lettore
nella suspense di conoscerlo.
A pagina ottanta la tremenda
rivelazione che alla prima pagina aveva fatto vacillare il mondo di Trigillo:
il dottor Foti, suo capo, era diventato lettore dell’«l’Unità».
Dallo smarrimento in cui l’evento lo
sbalestra, Trigillo esce acquistando un sentimento di odio nei riguardi del suo
capo e compitando le ragioni del suo odio sulle pagine della ragion pura e della ragion pratica di Kant: finché - operazione liberatoria - non
concepisce e mette in esecuzione un perfetto delitto: da una finestra del
quarto piano il dottor Foti volerà a spiaccicarsi sul marciapiedi proprio nel
momento in cui compie l’atto quotidiano della sua nuova fede, e cioè la lettura
dell’«l’Unità».
Questa è la storia di Un uomo fidato, libro di Sebastiano
Addamo recentemente [1978] pubblicato da Garzanti.
E’ un libro di cui nessuno parla: e
per ragioni vicine a quelle del dottor Foti.
*
Intorno al 1963 si è verificato in
Italia un evento insospettabile e forse ancora, se non da pochi, sospettato.
Nasceva e cominciava ad ascendere il
cretino di sinistra: ma mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso
problematico e capillare
Si credeva che i cretini nascessero
soltanto a destra, e perciò l’evento non ha trovato registrazione.
Tra non molto, forse, saremo costretti
a celebrarne l’Epifania.
*
Di solito non vedo i manifesti:
camminando per le strade mi si abbuiano come se dentro un tunnel.
E non avrei visto questo del Partito
Comunista, se un amico non me lo avesse indicato: «Decidi/lotta/governa/col
Pci/diventa comunista».
I due verbi - lottare, governare -
sono graficamente separati ma aspirano, evidentemente, alla fusione,
all’unione, all’univocità.
Nascerà il verbo lottagovernare?
Dopo la non sfiducia, il lottagovernare.
Siamo ai neonevrologismi.
[FINE]
Spettacolare. Ma pure a pag. 215 c'è una riflessione sui giornali e giornalismo attualissima.
RispondiEliminaPensavo di usarla, ma questo lo sai già dato che mi leggi nel pensiero :), per introdurre una piccola serie di perle giornalistiche ma sono indeciso sul titolo dei post successivi, o meglio su come far capire che è una serie: "miserie del giornalismo:" è un po' lunga come parte iniziale del titolo di un post.
EliminaSuggerimenti?
:)
Esercizi e temi svolti del perfetto Pennivendolo;
RispondiEliminaOppure giocando come se proponessi delle ricette culinarie:
Ganellone all'Amatriciana (se l'autore della perla è del centritalia)
Ganellone pomodoro e basilico (se è partenopeo)
Ganellone al pesto (Genova)
eccetera