lunedì 6 ottobre 2014

Uomini e piddini




Leonardo Sciascia

Nero su nero

Giulio Einaudi editore, Torino 1979, p. 213-214, 244, 246.



Uomini e piddini



*
Un piccolo impiegato - personaggio su cui consapevolmente stinge la profonda e congeniale affezione dell’autore ai grandi scrittori russi - prende ad un certo punto della sua vita l’abitudine di acquistare ogni mattina, prima di entrare in ufficio, il giornale.
Il giornale è «l’Unità»: e non si può dire che il piccolo impiegato l’abbia scelto tra gli altri giornali.
Il comprare «l’Unità» è per lui del tutto naturale, dal momento in cui decide di prendere quotidianamente un giornale.
E’ il suo giornale.
Vagamente comunista per dottrina e comportamento, lo è profondamente per istinto e condizione.

Il capo dell’ufficio in cui lavora, a vederlo arrivare con «l’Unità» in tasca, muta repentinamente di umore nei suoi riguardi: dalla confidenza passa alla diffidenza.
Un giorno glielo dice chiaramente, che non gli piace avere vicino - lui democristiano -  un comunista.
L’impiegato rinuncia all’«l’Unità», arriva ad iscriversi alla Democrazia Cristiana.
Ma un giorno accade un fatto paragonabile, nella vita dell’impiegato Marco Trigillo, a un terremoto: un fatto di cui per ottanta pagine si registrano gli effetti lasciando il lettore nella suspense di conoscerlo.
A pagina ottanta la tremenda rivelazione che alla prima pagina aveva fatto vacillare il mondo di Trigillo: il dottor Foti, suo capo, era diventato lettore dell’«l’Unità».

Dallo smarrimento in cui l’evento lo sbalestra, Trigillo esce acquistando un sentimento di odio nei riguardi del suo capo e compitando le ragioni del suo odio sulle pagine della ragion pura e della ragion pratica di Kant: finché - operazione liberatoria - non concepisce e mette in esecuzione un perfetto delitto: da una finestra del quarto piano il dottor Foti volerà a spiaccicarsi sul marciapiedi proprio nel momento in cui compie l’atto quotidiano della sua nuova fede, e cioè la lettura dell’«l’Unità».

Questa è la storia di Un uomo fidato, libro di Sebastiano Addamo recentemente [1978] pubblicato da Garzanti.
E’ un libro di cui nessuno parla: e per ragioni vicine a quelle del dottor Foti.


*
Intorno al 1963 si è verificato in Italia un evento insospettabile e forse ancora, se non da pochi, sospettato.
Nasceva e cominciava ad ascendere il cretino di sinistra: ma mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso problematico e capillare
Si credeva che i cretini nascessero soltanto a destra, e perciò l’evento non ha trovato registrazione.
Tra non molto, forse, saremo costretti a celebrarne l’Epifania.


*
Di solito non vedo i manifesti: camminando per le strade mi si abbuiano come se dentro un tunnel.
E non avrei visto questo del Partito Comunista, se un amico non me lo avesse indicato: «Decidi/lotta/governa/col Pci/diventa comunista».
I due verbi - lottare, governare - sono graficamente separati ma aspirano, evidentemente, alla fusione, all’unione, all’univocità.
Nascerà il verbo lottagovernare?
Dopo la non sfiducia, il lottagovernare.
Siamo ai neonevrologismi.



[FINE]


3 commenti:

  1. Spettacolare. Ma pure a pag. 215 c'è una riflessione sui giornali e giornalismo attualissima.

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    1. Pensavo di usarla, ma questo lo sai già dato che mi leggi nel pensiero :), per introdurre una piccola serie di perle giornalistiche ma sono indeciso sul titolo dei post successivi, o meglio su come far capire che è una serie: "miserie del giornalismo:" è un po' lunga come parte iniziale del titolo di un post.

      Suggerimenti?
      :)

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  2. Esercizi e temi svolti del perfetto Pennivendolo;

    Oppure giocando come se proponessi delle ricette culinarie:

    Ganellone all'Amatriciana (se l'autore della perla è del centritalia)

    Ganellone pomodoro e basilico (se è partenopeo)

    Ganellone al pesto (Genova)

    eccetera

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