martedì 11 novembre 2014

Dubbi...




Bertolt Brecht

Colui che dubita

Bertolt Brecht, Poesie da calendario, A cura di Ruth Leiser e Franco Fortini, Giulio Einaudi editore, Torino 1971, pp. 200-201.
N.B. Ho modificato la composizione dei versi rispetto al testo originale.



Dubbi…




Sempre, ogni volta che ci pareva
di aver trovato la risposta a un problema,
uno di noi scioglieva, sulla parete,
il nastro dell’antico rotolo cinese
sì che svolgesse e visibile apparisse
l’Uomo Seduto che tanto dubitava.

Io, ci diceva, sono Colui che dubita.
Dubito
che sia riuscito il lavoro che v’ha inghiottiti i giorni.
Che, quel che avete detto,
se detto peggio valga tuttavia per qualcuno.
Che lo abbiate detto bene
e che forse un po' troppo vi siate, alla verità di quanto avete detto, affidati.
Che sia ambiguo:
per ogni possibile errore
vostra sarebbe la colpa.
Può anche essere troppo univoco
e allontanar dalle cose la contraddizione;
non è troppo univoco?
Allora quel che dite è inutilizzabile.
Le cose vostre sono inanimate, allora.
Siete realmente nel corso degli eventi?
Compresi con tutto quel che diviene?
Siete ancora in divenire, voi?
Chi siete?
A chi parlate?
A chi serve quel che state dicendo?
E, fra parentesi:
vi lascia sobri? Si può leggerlo di mattina?
E' anche congiunto al presente?
Le tesi davanti a voi enunciate
son messe a profitto
o almeno confutate?
Tutto è documentabile?
Per esperienza? Di chi?
Ma prima di tutto
e sempre,
e ancora prima d’ogni cosa:
come si agisce
se si crede a quel che dite?
Prima di tutto:
come si agisce?

Pensierosi
noi si considerava con curiosità
l’Uomo Turchino
dubitare dal quadro,
ci si guardava
e da capo si ricominciava.


 [FINE]


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