fuggimmo un dì su per l'aride montagne,
cercando libertà tra rupe e rupe,
contro la schiavitù del suol tradito.
Lasciammo case, scuole ed officine,
mutammo in caserme le vecchie cascine,
armammo le mani di bombe e mitraglia,
temprammo i muscoli e il cuore in battaglia.
Siamo i ribelli della montagna,
viviam di stenti e di patimenti,
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Di giustizia è la nostra disciplina,
libertà è l'idea che ci avvicina,
rosso sangue è il color della bandiera,
siam d’Italia l’armata balda e fiera.
Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate,
trovammo l'ardor per la grande riscossa,
sentimmo l'amor per la patria nostra.
Siamo i ribelli della montagna,
viviam di stenti e di patimenti,
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir!
[FINE]
Parole di Emilio Casalini "Cini", musica di Angelo Rossi "Lanfranco". Canzone composta nel marzo del 1944 sull'Appennino ligure-piemontese, nella zona del Monte Tobbio, dai partigiani del 5° distaccamento della III Brigata Garibaldi "Liguria" dislocati alla cascina Grilla.
Altre informazioni su questa canzone sono disponibili sul sito dell’Isrlal.
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