mercoledì 25 dicembre 2013

Il rapporto di lavoro è una relazione di potere




Paul Krugman

The Plight of the Employed

Pubblicato il 24 dicembre 2013 sul blog The Conscience of a Liberal, qui.



Il rapporto di lavoro è una relazione di potere

[ Traduzione di Giorgio D.M. ]



Mike Konczal scrive di come le istituzioni politiche statunitensi abbiano perso interesse per i lavoratori disoccupati, e di quale scandalo sia questo.
Egli, però, solleva una questione importante che sospetto giochi un ruolo significativo nell'economia politica di questo scandalo: questi sono tempi molto difficili anche per i lavoratori occupati.

Perché?
Perché hanno così poco potere contrattuale.
Se si lascia o si perde il lavoro, le probabilità di ottenere un altro lavoro simile, o un qualsiasi altro lavoro, non sono affatto buone.
E i lavoratori lo sanno: il tasso delle dimissioni, la percentuale dei lavoratori che lasciano volontariamente il lavoro, resta molto al di sotto dei livelli precedenti alla crisi, e molto, molto, al di sotto di quello che era nel vero boom economico della fine degli anni '90.







Ora, si può credere che il rapporto di lavoro sia una relazione di mercato come qualsiasi altra - con un compratore e un venditore, e che si debbano solo mettere d’accordo.
Si può anche credere a Babbo Natale.
La verità è che il rapporto di lavoro è, in molti casi se non in tutti, una relazione di potere.
Quando la congiuntura economica è favorevole, o quando i lavoratori sono protetti da norme di tutela e/o da sindacati forti, questa relazione può essere relativamente simmetrica.
In tempi come questi, invece, la relazione di potere tra i datori di lavoro e i dipendenti è estremamente asimmetrica: sia i datori di lavoro e che i dipendenti sanno che i datori di lavoro possono sostituire facilmente i dipendenti, mentre è molto difficile che i dipendenti possano trovare un nuovo lavoro per sostituire quello perso.

Posso suggerire che ai datori di lavoro, anche se non lo ammetteranno mai in pubblico, piace questa situazione?  
Questa economia ancora debole comporta infatti un significativo vantaggio per i datori di lavoro.
Non mi spingerei fino al punto di dire che c'è un’azione deliberata tesa a mantenere l'economia in una condizione di debolezza; ma le imprese americane certamente non stanno soffrendo molto, e le condizioni difficili nelle quali si trovano i lavoratori costituiscono effettivamente un vantaggio dal punto di vista delle imprese.



[FINE]



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