mercoledì 25 dicembre 2013

Poliziotti e studenti




Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia

Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano

Roma, 9 dicembre 2013.
Pubblicazione disponibile qui.


Quanto accaduto a Torino, a Genova e in tutte le altre città, nonostante i soliti delinquenti professionisti del disordine che hanno dato sfogo alla loro indole criminale e violenta, senza però riuscire a separare il “Paese” (cittadini e poliziotti), merita un plauso a tutti quei colleghi di tutte le forze di polizia che oggi, in modo professionale e coraggiosamente hanno detto simbolicamente basta alla lontananza della politica governativa e dei palazzi del potere rispetto ai danni che stanno producendo contro le famiglie e i lavoratori di questo paese.
Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane, è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai sono lontani dai problemi reali dei cittadini e troppo indaffarati ai giochi di potere per la propria sopravvivenza e conservazione della casta.
Ecco perché il governo in primis e il ministro Alfano a seguire, bene farebbero al ascoltare il Sindacato e prima ancora i cittadini di questo Paese; giacché la misura e colma e se non si inverte questa tendenza a chiedere sempre e maggiori sacrifici in cambio di nulla, a maggior ragione quando non si da il buon esempio cominciando a rinunciare i propri privilegi che sono tanti, anzi troppi, si ricordino il passaggio biblico nel quale si afferma: “terribile sarà l’ira degli onesti”.
Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP in una nota nella quale, nel commentare le straordinarie immagini in cui gli appartenenti alle forze di polizia si sono tolti il casco in segno di condivisione e rispetto delle ragioni della protesta, senza per questo rinunciare o abdicare al proprio dovere di garantire la sicurezza pubblica e di fermare i violenti, sottolinea come questo epilogo fosse scontato rispetto al grido di allarme che il SIULP, a nome dei poliziotti, sta lanciando da tempo e che il governo continua a non raccogliere.
Speriamo che questo segnale sia da monito ai palazzi del potere, alle caste, al governo ma anche a tutti i violenti e i professionisti del disordine.
Questa volta nessuno riuscirà a separare il “Paese” sano costituito dai lavoratori, dalle famiglie e dai servitori dello Stato, come accaduto negli anni di piombo.
Che il governo ne tragga le dovute e necessarie conseguenze.
Il SIULP sarà a fianco e con questi colleghi per dire basta allo sfruttamento e al maltrattamento dei poliziotti e dei cittadini, per dire ascoltate la voce del popolo.


[FINE]




Kollettivo studenti in lotta

Comunicato stampa

Brescia, 13 dicembre 2013.
Pubblicazione disponibile qui.


Un corteo pacifico di 250 studenti medi è partito stamattina da piazza Garibaldi e si è riversato nelle strade della città per protestare contro le politiche di austerità e per chiedere una scuola sicura, la immediata ristrutturazione dei numerosi edifici scolastici fatiscenti della provincia, una scuola “a misura di studente” e soprattutto uno stop al continuo aumento del prezzo di libri e trasporti.
In via 20 settembre gli studenti hanno deciso di fermarsi all’incrocio con via Saffi, per bloccare il traffico e far sentire maggiormente la loro voce.
Dopo alcune trattative con la polizia per stabilire la durata del blocco, quando gli studenti stavano per ripartire in corteo, l’arrivo del capo della Digos, dottor Destavola, ha fatto precipitare la situazione: il dirigente ha ordinato una carica contro gli studenti inermi, i celerini hanno sferrato manganellate alla testa e al viso di diversi giovani provocando contusioni, in particolare uno studente è stato ferito al naso e al labbro.
Nonostante l’inaudita violenza della polizia gli studenti si sono dimostrati determinati e convinti a portare avanti la loro lotta e il corteo è ripartito compatto verso piazza della Loggia che doveva essere il luogo di scioglimento.
La manifestazione invece è proseguita dirigendosi verso l’Agenzia delle Entrate, ritenuta un obiettivo in quanto organo del Ministero delle Finanze adibito alla riscossione delle tasse che gravano ogni giorno di più sui lavoratori e sui ceti sociali più deboli della popolazione riducendo il potere d’acquisto degli stipendi dei dipendenti e gravando sui redditi bassi di molte fasce del lavoro autonomo.
Davanti agli uffici dell’agenzia delle entrate, dove la polizia si era nuovamente schierata sono stati fatti alcuni interventi per spiegare il motivo della scelta di tale obiettivo e c’è stato un fitto lancio di uova contro l’edificio come forma di simbolico sanzionamento dal basso.
Quest’azione è stata anche una presa di posizione in merito alle proteste in corso da parte del Movimento 9 Dicembre di cui si condivide la netta critica nei confronti della casta e dell’Europa delle banche e della dittatura della finanza ma da cui ci distingue il rifiuto verso forme di strumentale presenza di forze fasciste e razziste.
Il corteo si è sciolto davanti all’edificio occupato di Via Marsala 40, per indicare una risposta alla crisi attraverso la riappropriazione, la conflittualità e l’affermazione dei bisogni delle persone vittime della crisi.
La manifestazione si è conclusa dimostrando la determinazione a proseguire il percorso di mobilitazione senza essere stati intimoriti dalla repressione poliziesca subita e dandosi appuntamento per mercoledì 18 dicembre alle ore 15 al Magazzino 47 dove si decideranno le prossime iniziative.


[FINE]



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